25_07_2012| PROVINCIA UNICA, LOMBARDI: L’ACCORPAMENTO NON E’ NECESSARIO (SI PUO’ PORTARE IL TAGLIO A CONSEGUENZE ESTREME), MA SE CI SARA’ “SI CHIAMERA’ ROMAGNA”

Mercoledì, 25 Luglio 2012

3

PROVINCIA UNICA, LOMBARDI: L’ACCORPAMENTO NON E’ NECESSARIO (SI PUO’ PORTARE IL TAGLIO A CONSEGUENZE ESTREME), MA SE CI SARA’ “SI CHIAMERA’ ROMAGNA”


Basta “alimentare aspettative esagerate nell’opinione pubblica perché alla resa dei conti verranno smentite dai fatti ed oggi non ci possiamo permettere di continuare ad illudere la gente”. Marco Lombardi, consigliere regionale del Pdl e soprattutto presidente della prima commissione (bilancio, affari generali e istituzionali), dopo un silenzio voluto e cercato entra nella questione dell’accorpamento delle province romagnole, perché dice “oggi la vicenda è andata troppo avanti”, e delle riforme istituzionali in genere. “La carne al fuoco è molta, il processo però è inarrestabile e quindi non si può resistere in maniera ottusa ma bisogna pensare al modo di governarlo al meglio per quanto di nostra competenza. In questa ottica sull’argomento mi iscrivo al ‘partito’ dei riformisti e non a quello dei ‘conservatori’”.


Quella istituzionale è una riforma “indispensabile”, anche se “la gente deve sapere che l’abolizione o l’accorpamento delle province procurerà in Italia un risparmio di circa 50 milioni di euro e non di miliardi di euro come spesso si sente dire e la Provincia unica comporterà semplicemente un risparmio per consiglieri, assessori e presidenti, di circa 900mila euro”.


Entrando nel merito “va detto che l’accorpamento non è obbligatorio, perché potremmo anche portare la necessità dei tagli alle estreme conseguenze e pensare che nel caso nostro le province potrebbero essere semplicemente abolite senza necessità di alcun accorpamento”.


Se invece l’accorpamento ci sarà “comunque costerà più della completa abolizione e a mio avviso avrà un senso solo a determinate condizioni”. La Provincia unica “non potrà che chiamarsi Romagna per ragioni storiche culturali ed anche per dare un primo riconoscimento a coloro che da decenni sostengono la peculiarità della Romagna”, ma soprattutto dovrà ricevere ulteriori competenze dalla Regione (il governo non poteva stabilirle a priori con suo decreto). “Mantenere in piedi una provincia per le misere competenze in tema di ambiente, trasporti e viabilità, potrebbe veramente prestarsi alla critica di ulteriore inutilità visto che queste competenze potrebbero essere svolte da autorità od agenzie già presenti”.


Se delle province il governo ha già detto, “Questure, Prefetture e tutti gli altri enti periferici dovranno essere ripensate in base alle reali esigenze del territorio e non potranno essere semplicemente abolite in maniera sobria e fredda come solo i professori sanno fare. Gli esimi professori, del governo Monti, sembra poi che abbiano sottovalutato il problema della elezione degli organi provinciali”.


Si dovrebbe trattare a quanto è dato sapere di enti di secondo grado cioè eletti dai consigli comunali: l’attuale provincia di Rimini(27 Comuni) sarà sovrarappresentata e l'attuale provincia di Ravenna (18 Comuni) sottorappresentata, “il che non sarebbe negativo, soprattutto se il nuovo capoluogo fosse Ravenna”. La difficoltà, però, sarebbe quella di “dare competenze regolatorie ad un ente che deve regolare chi lo elegge. Nel caso di elezione diretta degli organi provinciali, oggi esclusa, l'architettura istituzionale sarebbe più corretta, ma la rappresentanza della attuale provincia di Rimini sarebbe frustrata dai numeri della sua popolazione”.